PALAZZO FAINA

La famiglia Faina si trasferì, tra il 1855 e il 1856, nel Palazzo di fronte al Duomo di Orvieto, rinnovandolo completamente. L’edificio, sorto su una precedente costruzione medievale, e appartenuto alla famiglia Monaldeschi, era stato già ristrutturato nel Cinquecento e nel Seicento. La trasformazione ottocentesca, che ne modificò la struttura e l’impianto decorativo, fu avviata dal Conte Claudio Faina Senior, padre di Eugenio.

Questi lo fece risistemare e ammodernare dalle famose maestranze che, in quello stesso periodo, stavano lavorando al Teatro Mancinelli, e in molte altre dimore gentilizie della città. Le decorazioni a tempera, sulla base di raffronti stilistici, sono state concordemente attribuite al pittore perugino Annibale Angelini (1812-1884), e alla sua scuola di collaboratori. I lavori, realizzati tra il 1865 e il 1866, vennero eseguiti con un gusto neo-cinquecentesco e neo-barocco, molto di moda alla fine dell’Ottocento, in ambiente romano.

La Fondazione per il Museo Claudio Faina ha deciso di rendere disponibili le Sale libere del Palazzo, per l’esposizione delle opere di giovani artisti, diplomati con lode nelle Accademie di Belle Arti. Inoltre, è possibile affittare le Sale del Palazzo per altre iniziative, nonché in occasione di matrimoni, sfruttando la suggestiva location.

Galleria del Palazzo

La Carta di Francia

Nella sala centrale del piano nobile, è apprezzabile la Carta di Francia, una produzione realizzata in cartiere attive tra l’Umbria e le Marche, nell’Ottocento. Tale produzione intendeva affiancare la tradizione di affrescare i palazzi nobiliari. In particolare, quella collocata nel Palazzo Faina, raffigura enormi distese paesaggistiche, mitigate, qua e là, da deliziose scene di vita campestre, collocate in primo piano.

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